Vittorio Arrigoni non c'è più fisicamente. E' stato portato via dalla brutalità delle bestie, quasi certamente soffocato, dopo essere stato picchiato a sangue dai suoi carcerieri, “estremisti islamici salafiti” al servizio di terzi che conosciamo fin troppo bene. I falchi della politica di Tel Aviv, capitale di Israele, “patria della democrazia in Medio Oriente” secondo lo “scrittore-giornalista” Roberto Saviano, lo volevano morto, come lo voleva morto il sito razzista STOP THE ISM, avente sede nella patria dei diritti civili, United States OF AMMerica! Parafrasando Sandro Pertini [¹], come per Sabra e Chatila anche in questo caso “i mandanti se ne vanno quasi baldanzosi di questo massacro”. Testimone oculare della vita orrenda nello zoo a cielo aperto di Gaza - prima, durante e dopo l'operazione criminale israeliana “Piombo Fuso” - a Vittorio andava tappata la bocca. Detto, fatto! E tutto, guarda caso, a poche settimane dalla partenza della Freedom Flotilla - carovana internazionale di navi a sostegno di Gaza - per scoraggiare chi ha idee un po' troppo strampalate, come ad esempio impegnarsi per la libertà della Palestina e contro l'olocausto silenzioso. La lotta di resistenza Palestinese perde così altre due occhi che vedevano, sentivano, scrutavano nel cuore delle bambine e dei bambini palestinesi la sofferenza della privazione, per il fatto che un embargo genocida le/gli ha privati di quasi tutto, finanche di assaporare un pezzo di cioccolata: la cioccolata, che pericolosa arma letale per la crescita sana e gioiosa delle persone!
Vittorio Arrigoni è morto ammazzato, strangolato, e nessuno, nella RAI di questo paese di vecchi guidato da un vecchio criminale incallito andato in prescrizione che compra le persone e ci gioca a palletta– a tempo pieno pappone di minorenni, a tempo perso venditore di incubi e di barzellette che fanno ridere solo i servi– ha pensato di farci uno Speciale (del resto, non sono in grado nè culturalmente nè moralmente) per ricordarne la maestosa figura: non Bruno Vespa, il servo di Arcore pronto a farsi dettare la linea e a riprenderla in un secondo se qualcuno attenta alla vita del capo; non Michele Santoro o il filoisraeliano Marco Travaglio; non Serena Dandini, nel suo programma satirico di RAITRE, dove invece si ride sempre e non si sa mai bene cosa ci sia da ridere così tanto.
“La Repubblica” di Vittorio ha perfino titolato: “Arrigoni, attivista social con la vocazione per l'utopia”, quasi a farne fenomeno di baraccone virtuale e di creduloneria. Nell'incubo di una professionalità giornalistica e di un'indipendenza morale bassissima, già è tanto che questo poderoso e saccente giornale della cosiddetta “sinistra illuminata” abbia aggiustato il tiro in meno di ventiquattro ore passando Vittorio dalla condizione civile di “volontario” a quella politica di “attivista”.
Chissà cosa dirà ora Robertino Saviano, al quale Vittorio Arrigoni aveva dedicato una pagina video memorabile [²] di risposte puntuali alle tante idiozie su Israele e Palestina sbiascicate dal giornalista-scrittore! Forse Saviano non risponderà, o forse dirà che Israele queste cose non le fa e che sono i soliti Arabi rozzi, volgari, quattro bontemponi annoiati dalla routine integralista!
Beata ingenuità milionaria. Vittorio Arrigoni è da stanotte un mito dell'attivismo, del giornalismo, della Politica a fianco dei popoli che resistono. Come Stefano Chiarini, un altro giornalista-militante “improvvisamente” morto qualche anno fa, anche Vittorio Arrigoni continuerà a vivere con il suo pensiero e le sue idee: nei nomi di Associazioni, Barche Umanitarie, nell'Intifada quotidiana delle donne e degli uomini di Gaza e della Cisgiordania, nel sogno di ciascuno di noi a poter dire sempre ciò che vediamo e soffriamo in assoluta libertà, nella guerra immensa contro lo sterminio e la Pulizia Etnica in Palestina, di cui così bene ha saputo parlare lo storico israeliano Ilan Pappe. [3]
Francesco Fumarola
[3] http://www.ibs.it/code/9788881129089/pappeacute/pulizia-etnica-della.html
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