(Ovvero dell'importanza di dare un'occhiata alla Legge Elettorale prima di sparare palle)
Come si vota per i Comuni con meno di 15 mila abitanti? Molto semplice: “Ciascun candidato alla carica di Sindaco sarà affiancato dalla lista elettorale che lo appoggia, composta dai candidati alla carica di Consigliere. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato Sindaco, con accanto a ciascun candidato il contrassegno della lista che lo appoggia. Il voto per il Sindaco e quello per il Consiglio sono uniti: votare per un candidato Sindaco significa dare una preferenza alla lista che lo appoggia. Viene eletto Sindaco, il candidato che ottiene il maggior numero di voti”. [1]
Questo significa, come è tecnicamente evidente anche ad un bambino di quinta elementare, che ha più chances di vittoria il Partito o la Coalizione di Partiti e Movimenti che riesce ad organizzare un'unica lista, possibilmente unitaria, ossia dal programma condiviso almeno nei suoi punti focali. Scremando quindi il ragionamento da elementi di valore sulla bontà di questo o quel programma elettorale (essere i più votati non è mai garanzia di migliore Governo: la storia è piena di successi elettorali e fallimenti politici, basta guardarsi intorno) il dato saliente è che sotto queste condizioni elettorali qualunque struttura politica degna di questo nome - di sinistra, centro o destra, non importa - tende ad evitare il più possibile la frantumazione: ecco spiegato il motivo per il quale, almeno per i Comuni più piccoli, si preferisce utilizzare lo schema a “Liste Civiche” piuttosto che contrapporre forze di uno stesso versante le une alle altre, elidendole a vicenda.
Infatti, un'eccessiva frantumazione da un lato dello schieramento ed una assoluta ovvero opportunistica coesione dall'altro, favorisce senza dubbio il secondo e penalizza il primo, che può forse, alla fine, crogiolarsi del fatto di essere arrivato primo....tra i secondi, ma a base di una bella frittata!
E' superfluo ricordare come la Politica non sia l'Olimpiade che aveva in testa De Coubertain. In Politica l'importante non è partecipare, ma sviluppare democraticamente, grazie al voto popolare, la propria idea di Società, fosse anche di un piccolo paese di meno di 15 mila abitanti. Fuori dai denti: chi partecipa alle Elezioni, magari all'ombra di uno dei tanti capibastone di cui lo Stivale è gonfio come una zampogna, e lo fa giusto per il gusto di togliersi lo sfizio di essere la seconda Stella tra le Stelle, si assume tutta la responsabilità POLITICA per aver alimentato divisione e sconfitta. Questo non tanto di fronte ai capibastone, che al limite lo scaricano quando non è più utile, ma di fronte alla Storia, piccola o grande che sia, di un qualunque paese con meno di 15 mila abitanti.
[1] fonte: http://www.sondaitalia.com/2011/04/elezioni-amministrative-2011-istruzioni.html
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