mercoledì 20 aprile 2011

Si votino idee, non parenti

In Italia è diffuso, fortunatamente mai generalizzare, il malcostume di votare questa/o o quella/quel candidata/o, dell'una o dell'altra lista, semplicemente perché amica/o, parente, compare di Tizio e Caio o magari perchè le/gli si deve semplicemente un favore. E tacere vogliamo di quando si vota Antonio La Trippa perchè in cambio si riceveranno, o ci si illude di ricevere, favori come se piovesse. Questa pratica così diffusa, benchè non assoluta ed assolutizzabile socialmente, orienta al Nord, al Centro e, figuriamoci!, al Sud il Potere, non certo la Politica, fin dalla presentazione di molte delle cosiddette Liste elettorali, spesso “progettate a tavolino” tenendo conto più del quoziente familiare e parentale che della competenza, delle idee, delle capacità e dell'esperienza politica di ciascuna/ candidata/o. In un'Italia dove lo scambio “dare-avere” Potere è confuso con “riconoscersi nelle idee-votare per la loro concretizzazione” Politica, quei clan e quei capibastone più organizzati economicamente, finanziariamente e più introdotti istituzionalmente, possono promettere di più, dare di più, pagare di più, aggregare di più, e quindi hanno più possibilità di "agire" in lista secondo uno schema, per così dire, di familizzazione del consenso. Non c'è da stupirsi: basta dare uno sguardo alla Politica cosiddetta romana/milanese per capire di cosa stiamo parlando. “Familizzate” le liste, come piccoli squadroni militari pronti all'attacco, per il Potere è dunque un gioco da ragazzi chiedere la ratifica nel Segreto (di Pulcinella) delle Urne: basta fare il conto del parentame (parentume?) sparso, più fratelli e sorelle, compare e compari e già si sa, con largo anticipo, il nome del vincitore o della vincitrice della tornata (sceglietene voi una a caso, quella che vi piace. Altro che PCI, con la sua capacità a fulminare sul tempo il Viminale!)
In Italia bisogna uscire da questa spirale perversa e tutte/i debbono fare la loro parte: le famiglie, la Scuola, le Istituzioni dello Stato. Ognuna/o di noi deve potersi sentire sostanzialmente libero nell'esercizio democratico del voto e deve poter scegliere il candidato o la candidata sulla base delle idee, dei progetti, delle strategie politiche che egli/ella sente a sé più vicini. E' evidente che il percorso è lungo, non basta un giorno, né una settimana né un anno per cambiare registro e passare dal voto-per-far-piacere- il-Potere al voto-per-interesse-politico. Ma da qualche parte bisogna pure iniziare. Iniziamo noi, appoggiando civicamente tutte/i le/gli elettrici/elettori di Paterno che il prossimo Maggio andranno al voto sostanzialmente liberi di votare ciò che più li aggrada, che prenderanno il coraggio a due mani e diranno in famiglia: “NO, IO IL MIO PARENTE NON LO VOTO. VOGLIO VOTARE UN'ALTRA LISTA, UN ALTRA/O CANDIDATA/O”. Qualunque essa/o sia

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