Tratto dal blog Astronik, un Lucano DOC, riportiamo questo utile pezzo di analisi sull'estrazione petrolifera in Val d'Agri
E’ un film già visto e pure con troppe repliche. Una ventina di operai di un’azienda a ridosso del centro oli di Viggiano mercoledì 5 aprile si sentono male e vengono ricoverati al pronto soccorso dell’Ospedale di Villa d' Agri. I sintomi sono quelli tipici di chi ha respirato idrogeno solforato.
L’ennesimo incidente nel megaimpianto dell’ENI che provvede a desolforare il petrolio che si estrae nella Valle: incidente smentito dalla società estrattrice che in ossequio al “tuttappostismo” imperante sostiene che nel centro olii non si sono verificate anomalie e che i sensori che monitorano l’H2S non hanno segnalato valori anomali. Vuoi vedere che quegli operai sono stati storditi dagli effluvi di una primavera che comincia a farsi prorompente?
L’incidente è accaduto mentre a Potenza il Consiglio Regionale stava discutendo della possibilità di autorizzare l’ENI ad aumentare del 20% la quantità di greggio da estrarre e che vede sostanzialmente d’accordo tutte le forze politiche.
Prendiamo atto che per i nostri amministratori la salute dei lucani passa in secondo piano rispetto alle esigenze dell’ENI di incrementare le estrazioni.
Non servono a nulla le proteste delle Associazioni ambientaliste più sensibili (Legambiente continua a mantenere sulla faccenda il solito basso profilo), il grido di allarme e le proteste di medici e comitati spontanei. E’ una sorta di negazionismo che non fa onore ai nostri politici che dovrebbero tutelare, per prima cosa, la salute dei loro corregionali.
Sul petrolio lucano si sono spesi fiumi di parole, evito ripetermi e mi limito ad alcune semplicissime riflessioni.
In primo luogo non si può che prendere atto che dal 1998, anno di inizio dello spertugiamento, l’economia lucana e soprattutto quella dei comuni della Valdagri, non ha tratto quei benefici annunciati. Spopolamento, disoccupazione e povertà attanagliano la Valdagri come il resto della Basilicata.
Un’attività altamente inquinante è incompatibile con la presenza umana a così breve distanza, è incompatibile con la natura di quelle zone con la presenza di falde acquifere che alimentano un grande bacino artificiale tant’è vero che i più importanti siti di estrazioni al mondo sono presenti in zone desertiche, scarsamente abitate o in mezzo al mare.
E’ appurato che, nonostante le eventuali cautele, in tutti casi, un impianto di desolforazione rilascia in atmosfera sostanze pericolose per la salute ed alla lunga chi è costretto a respirare quelle porcherie di sicuro avrà seri problemi di salute.
In tanti si sono riempiti la bocca con la parola “monitoraggi” ma tutti sanno che il monitoraggio in Valdagri è ben poca cosa. Nonostante gli accordi sottoscritti con ENI prevedevano che contestualmente alle estrazioni sarebbe partito un monitoraggio dell’intera area. Sono passati 13 anni ma siamo ancora alla speranza che attivino le centraline. Un’autentica vergogna.
Ai margini dell’area industriale di Viggiano c’è una centralina dell’ARPAB che si limita a monitorare gli inquinanti previsti dal DM 60/2002 non certo tutte le schifezze che fuoriescono dal centro oli. Si era pensato di dare manforte all’ARPAB incaricando METAPONTUM AGROBIOS (http://www.agrobios.it/servizi/Intro_idrocarburi.htm ) di monitorare la zona delle estrazioni petrolifere. Ed in effetti AGROBIOS ha una stazione per monitorare l’H2S, solo che da molto tempo non vengono più resi noti i dati di queste misurazioni: sul sito internet dell’Ente sub regionale l’ultima misurazione risale al 22 febbraio 2011.
Nel 2009 segnalai (guarda qui, http://www.box.net/shared/qrry1q52ld) uno sconcertante episodio: AGROBIOS pubblicò (con ritardo) i dati da cui si evinse che per molti giorni l’aria nella Zona Industriale di Viggiano fu gravemente inquinata da valori fuori norma di biossido di azoto, mentre l’ARPAB, che effettuò nello stesso periodo una campagna di rilevazioni, non segnalò alcuna anomalia. La mia richiesta di spiegazioni alle autorità competenti trovò molti ostacoli ma alla fine mi risposero pubblicamente (guarda qui à http://www.box.net/shared/fnxmg6dlht ) il Presidente della Provincia ed il portavoce del Presidente della Regione, banalizzando l’episodio in ossequio all’ormai collaudato “tuttapposto” per decreto.
E’ evidente che la situazione non per nulla sotto controllo, e la gente ignora come comportarsi in caso di un incidente più grave dei tanti già accaduti. Si continua a tenere all’oscuro di cosa c’è nella “loro aria” tutti i lucani che vivono sotto vento degli effluvi del centro oli.
Per l’episodio di Mercoledì la Regione preannuncia una inchiesta, ma meglio farebbe a frenare per l’autorizzazione per incrementare le estrazioni. Se proprio vogliono che la Basilicata tragga concreti benefici dalle estrazioni, prima si accertino del reale inquinamento e dopo pretendano che le misere royalty vengano opportunamente adeguate ma senza autorizzare nessun altro pozzo in tutta la regione.
L’episodio ha fatto molto rumore e cominciano a fioccare dichiarazioni e prese di posizione: da apprezzare l’interrogazione urgente presentata dal Consigliere Enrico Mazzeo Cicchetti che chiede al Presidente della regione di avere i dati analitici del monitoraggio effettuato da ARPAB ed AGROBIOS nel giorno dell’incidente.
Altri interventi sul petrolio a questi link:
http://astronik.ilcannocchiale.it/post/1862770.html 10aprile 2008
http://www.astronik.ilcannocchiale.it/post/1982088.html 28 luglio 2008
http://astronik.ilcannocchiale.it/2009/01/06/petrolio_prima_la_salute_e_lam.html 6 gennaio 2009
http://astronik.ilcannocchiale.it/2009/07/12/petrolio_amaro_lucano.html 12 luglio 2009
http://astronik.ilcannocchiale.it/2008/08/08/petrolio_veleni_la_salute_dei.html 8 agosto 2008
Archivio OLA
http://www.olambientalista.it/index.php/category/petrolio/
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