lunedì 9 novembre 2009

Un piccolo riepilogo degli incidenti, royalties ed "effetti collaterali" connessi alle estrazioni petrolifere in Val D'Agri

Questione Royalties e dubbi
Fatta la premessa che anche il 100% di royalties è da rifiutare se la contropartita è l'avvelenamento di un intero territorio, della sua gente ed il depauperamento delle sue risorse naturali, non è comunque vero, come da sempre sostenuto da chi ha firmato gli accordi, che il 7% concesso ai lucani era il massimo si potesse ottenere. Come sono ricompensate le popolazioni in altre nazioni dove si estrae il petrolio? Giudicate voi: Libia 85% Indonesia 83% Russia 80% Norvegia 80% Alaska 60% Venezuela 85% UK 50% Canada 50%.
Inoltre: Perchè si è consentito estrarre il petrolio in un’area dove la popolazione è a diretto contatto con le trivelle? In un parco ove esistono vincoli per la preservazione della natura? Come ci si comporta altrove? Vediamolo.
USA: Divieto di trivellare parchi, grandi laghi, a 160 chilometri dalla costa e sull’85% del territorio.
NORVEGIA: divieto di trivellare a50 chilometri dalla costa.

Incidenti ed episodi notevoli
21.11.2008: Nuovo incidente. L’episodio viene “bollato” da ENI come normale funzionamento dell’impianto, ma deve lasciare invece molto preoccupati. Infatti, gli abitanti del posto riferiscono di un forte boato, fiamme alte fino a 40 metri, olio nebulizzato e gas sprigionatosi per diverso tempo dalle torce dell’impianto del Centro Oli di Viggiano.

2 Ottobre 2007: Un'autocisterna si ribalta mentre stava percorrendo la provinciale 54 tra Viggiano e Laurenzana diretta a Taranto. Per un guasto al sistema frenante, il mezzo blocca la sua corsa contro una casa di campagna.

5 Maggio 2004 (Ansa): I Vigili del fuoco di Potenza hanno concluso circa mezz' ora fa un intervento cominciato nel tardo pomeriggio di ieri fra Abriola e Calvello, dove un' autocisterna
carica di petrolio si e' ribaltata (l' autista ha riportato lievi contusioni) e circa 15 mila litri di greggio sono finiti nel terreno. L' autocisterna trasportava il petrolio estratto in Val d'Agri ad una raffineria di Taranto: i carabinieri stanno indagando per stabilire la dinamica dell' incidente. Vi era il rischio che il petrolio finisse nel torrente Marsicano, che si getta nella diga del Camastra, invaso utilizzato per fornire acqua a Potenza e altri 21 comuni della zona.

9 Ottobre 2002 (Ansa): Il presidente della giunta regionale della Basilicata, Filippo Bubbico, ha firmato stamani il provvedimento di revoca della sospensione dell' attivita' dell' impianto di desolforazione del Centro oli dell' Eni-Agip di Viggiano (Potenza), che e' cosi' tornato in funzione dopo il guasto verificatosi nei giorni scorsi. Le prime misurazioni effettuate dall' Arpab, l' Agenzia regionale per la protezione dell' ambientale, hanno fatto riscontrare valori di scarsa significativita'. L' Agenzia, su precisa disposizione del dipartimento Ambiente e territorio della Regione, continuera' nei prossimi giorni ad effettuare un costante monitoraggio della qualita' dell' aria nella zona dell'impianto. Eventuali azioni di manutenzione straordinaria da parte dell' Eni saranno eseguite secondo le prescrizioni indicate dalla Regione Basilicata.

4 Ottobre 2002 (Ansa): A causa di un guasto verificatosi nei giorni scorsi - e che avrebbe avuto conseguenze sulla pericolosita' delle emissioni nell' aria - il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Filippo Bubbico (Ds), ha disposto oggi la sospensione dell' attivita' dell' impianto di desolforazione del Centro oli dell' Eni-Agip di Viggiano(Potenza). Il blocco dell' impianto ''restera' in vigore fino a quando non saranno ristabilite le normali condizioni di funzionamento. Dell' ordinanza firmata da Bubbico - secondo quanto reso noto dall' ufficio stampa della Giunta regionale della Basilicata - sono stati informati il Comune di Viggiano, l' Azienda sanitaria e l' Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente, quest'
ultima incaricata di effettuare ''un costante monitoraggio della qualita' dell' aria'' in attesa del ripristino dell' impianto. La Provincia di Potenza accertera' ''l' effettiva osservanza delle disposizioni''.

8 Giugno 2002 (Ansa): Circa 500 litri di petrolio sono fuoriusciti la notte scorsa da una valvola di sicurezza del pozzo ''Monte Alpi uno est'' di Grumento Nova. Si tratta del secondo incidente in sei giorni nel giacimento della Val d' Agri. La valvola di sicurezza si e' attivata dopo che un' altra valvola, posta sulla rete di trasferimento del petrolio dal pozzo al centro olii di Viaggiano (Potenza), e' andata in avaria causando il blocco del flusso del liquido e, quindi, un accumulo di pressione. I 500 litri di greggio sono fuoriusciti nebulizzati e sono ricaduti su un' area di due mila metri quadrati tra il piazzale del pozzo e aree esterne di vegetazione. Nell' area e' intervenuta la squadra di pronto intervento ambientale dell' Eni e tecnici della Regione Basilicata e dell'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale. Lo scorso 3 giugno un altro incidente ad una condotta interna alla postazione ''Monte Enoc'', che raggruppa tre pozzi di estrazione di petrolio, in contrada ''Acqua spasa'' di Viggiano, aveva causato la fuoriuscita di 2.500 litri di acqua di lavorazione, con 50 litri di petrolio.

9 Aprile 2002 (Ansa): Tredici persone - dirigenti dell' Eni e tecnici del centro oli di Viggiano (Potenza) - sono indagate nell' ambito dell' inchiesta, nella quale si ipotizzano i reati di getto pericoloso di cose, bonifica di siti inquinati, danno ambientale relativa alla fuoriuscita di petrolio dallo stesso centro oli il 17 marzo scorso. Lo si e' appreso oggi. Circa tremila litri di petrolio furono stati scaricati, per errore, dalle condotte in un bacino naturale per la raccolta delle acque piovane e, in parte, in una vasca del Consorzio di bonifica della Val d' Agri. Il versamento del greggio si e' verificato quando un addetto alla manovra di alcune valvole ne ha azionata una che invece doveva rimanere chiusa. Nel centro oli ''Monte Alpi'' viene raccolto il petrolio estratto dal giacimento della Val d' Agri, che ha riserve per
480 milioni di barili e a regime produrra' oltre 100 mila barili al giorno per 20 anni. Attualmente nel centro viene eseguita una prima lavorazione per circa 60 mila barili al giorno di greggio; il petrolio viene poi trasferito con un oleodotto nella raffineria di Taranto dell' Eni.

19 Marzo 2002 (Ansa): Circa tremila litri di petrolio greggio sono stati scaricati, per errore, dalle condotte del Centro oli di Viggiano (Potenza) - al centro di una
vasta zona petrolifera - in un bacino naturale per la raccolta delle acque piovane e, in parte, in una vasca del Consorzio di bonifica della Val d' Agri, ma i tecnici dell' Eni hanno gia' cominciato la bonifica delle aree toccate dall' olio. Il fatto e' avvenuto nella notte fra domenica e lunedi'scorsi. Il versamento del greggio si e' verificato quando un addetto alla manovra di alcune valvole ne ha azionata una che invece doveva rimanere chiusa. Sono stati gli stessi dirigenti del Centro oli ad avvertire i carabinieri della compagnia di Viggiano (Potenza), che hanno fatto un sopralluogo nella zona insieme ai militari del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Potenza. Domani un rapporto sara' inviato all' autorita' giudiziaria. (ANSA).
19 Marzo 2002

Gennaio 2001: Alcuni cittadini di Viggiano che abitano nelle vicinanze del Pozzo "Monte Alpi 1 Ovest" riferiscono che a Gennaio del 2001 sono stati spettatori di un incidente al suddetto pozzo.

12 Settembre 2000: Un' autocisterna contenente circa 32 mila litri di petrolio greggio si e' ribaltata la notte scorsa nei pressi di Anzi (Potenza), dove Vigili del fuoco e carabinieri - che hanno soccorso e trasportato in ospedale l'autista, ricoverato in gravi condizioni - stanno attendendo l'arrivo di un' altra cisterna per caricare il greggio, che si sta riversando nel terreno. L' incidente - almeno il quarto di una certa gravità registrato in Basilicata negli ultimi anni – e' avvenuto per cause imprecisate. L' autista dell' autocisterna e' Nicola D' Armento, di 38 anni, di Pisticci (Matera), ricoverato con prognosi riservata nell' ospedale San Carlo di Potenza.

29 Febbraio 2000: Circa 17 mila litri di petrolio greggio estratti da un giacimento della Val d'Agri si sono versati nel pomeriggio in uno stagno, a Sant'Arcangelo (Potenza), dopo che l' autocisterna che li trasportava nella raffineria di Taranto dell' Eni e' precipitata da un viadotto alto alcuni metri. Sul posto sono al lavoro tecnici dell' Eni e squadre dei Vigili del fuoco di Potenza, Villa d'Agri di Marsicovetere e Lauria: la motrice dell' autocisterna e'caduta nello stagno, il rimorchio si e' ribaltato ma e' rimasto sulla strada a scorrimento veloce ''fondovalle dell' Agri'', che e' tuttora chiusa al traffico. Sia dalla motrice, sia dal rimorchio si sono versati migliaia di litri di petrolio: l'autista del mezzo - Carmine Stamarro, di 30 anni, di Policoro (Matera) - ha riportato lievi ferite. Negli ultimi 40 giorni, in Val d' Agri si sono verificati altri due incidenti ad autocisterne: nel primo, si sono versati nel terreno 27 mila litri di petrolio, nel secondo 100 litri.

22 Gennaio 2000: Tecnici e operai hanno lavorato anche oggi, nei pressi di Viggiano (Potenza), per bonificare un tratto di terreno sul quale, ieri, si sono versati circa 27 mila litri di petrolio greggio che erano trasportati da un' autocisterna coinvolta in un incidente stradale, nel quale e' morta una persona.Gli operai hanno rimosso il terreno imbevuto di petrolio e hanno gettato acqua per cancellare le tracce di greggio. Il terreno interessato dall' inquinamento e' un' area limitata di un fossato vicino alla strada sulla quale e' avvenuto l'incidente. Oggi, il Fondo mondiale per la natura e Legambiente hanno evidenziato la gravita' dell' incidente e la necessita' di intervenire per limitare i rischi legati alle estrazioni di petrolio nell' area del Parco nazionale della Val d' Agri.

21 Dicembre 1996 (Ansa): Gravemente danneggiato il 29 novembre scorso dal calore sprigionatosi in seguito all'incendio di un' autocisterna carica di petrolio, il viadotto ''Prolla'' del raccordo autostradale Potenza - Sicignano degli Alburni (Salerno) - asse viario di collegamento tra il capoluogo lucano e l' autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria - dovra' essere dismesso e ricostruito per la parte relativa alla carreggiata di monte (da Sicignano verso Potenza). Anche la carreggiata di valle, da Potenza verso Sicignano, ha subito alcuni danni, ma di entita' modesta, tanto che presto su una delle due corsie dovrebbe essere consentita la ripresa della circolazione, limitatamente al traffico leggero. E' quanto si e' appreso oggi al compartimento per la Basilicata dell' Anas. Le indagini tecniche (comprese quelle di carico) svolte dopo l' incidente hanno consentito di stabilire, riguardo alla carreggiata di monte, che il calore ha causato il rilassamento dei cavi di acciaio e una perdita di consistenza del calcestruzzo del viadotto. I tempi di rifacimento dell' opera si prevedono lunghi (non meno di un anno). Quanto alla circolazione stradale, ora vietata in entrambi i sensi di marcia, e' allo studio una soluzione che prevede la riapertura di una sola corsia nella direzione Potenza-Sicignano. Nell' opposto senso di marcia, dovrebbe essere mantenuta una deviazione con uscita obbligatoria a Balvano e rientro a Picerno (Potenza).

2 Aprile 1996: Il Tribunale del riesame di Potenza ha annullato oggi il decreto di sequestro preventivo di una piattaforma di proprieta' della ''Eco Geo Drilling'', ubicata a Pietrasanta di Paterno (Potenza) e ritenuta dall' accusa una discarica abusiva per lo smaltimento di rifiuti speciali (non essendovi autorizzazione regionale) derivanti dalle prospezioni petrolifere in corso in Val d' Agri da parte dell' Agip. Il decreto di sequestro, emesso dal gip della Pretura circondariale di Potenza ed eseguito il 22 marzo scorso dai carabinieri del Nas, e' stato ritenuto nullo perche' non e' stato preceduto dalla notifica dell' informazione di garanzia all' amministratore unico della ''Eco Geo Drilling'' Gerardo Bonassisa, che risulta indagato nel procedimento insieme ai legali rappresentati di altre due societa' che si occupano della movimentazione e del trattamento dello stesso genere di rifiuti. La ''Eco Geo Drilling'', con sede a Segezia (Foggia), svolge, a livello nazionale, attivita' di trattamento e smaltimento di residui di perforazione proveninenti dalla ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Secondo quanto sostenuto dall' avvocato Donato Pace, legale della societa', l' attivita' svolta dalla ''Eco Geo Drilling'' produce residui fangosi, come tali avviabili al riutilizzo, e non rifiuti speciali, come, invece, si sostiene nel decreto di sequestro annullato.

Effetti "collaterali" (si fa per dire)
Parliamo del famoso idrogeno solforato (H2S), il sotto-prodotto principale dell’opera di idro-desulfurizzazione del petrolio che da noi in Basilicata viene monitorato saltuariamente e che può avere effetti devastanti sulla salute. L’ H2S, classificato, ad alte concentrazioni, come veleno, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci e potrebbe essere collegato ad una maggiore ricorrenza di aborti spontanei nelle donne. Ovviamente non è solo l’idrogeno solforato l’unico agente inquinante da tenere sotto controllo, altri inquinanti (Composti organici volatili, Idrocarburi policiclici aromatici, Benzene, Toluene, Xylene, Nitrati, Ethylbenzene) sarebbero da monitorare opportunamente.
Tutte le operazioni di trattamento dei prodotti petroliferi, a qualsiasi livello, hanno la possibilità di emettere quantità più o meno abbondanti di idrogeno solforato, sia sottoforma di disastri accidentali, sia sottoforma di un continuo rilascio nell’ambiente, durante le fasi di estrazione, stoccaggio, lavorazione e trasporto del petrolio. Anche durante le varie fasi di de-sulfurizazione ci sono forti possibilità di perdite di H2S a causa di inevitabili logorii e corrosione. I contenitori di stoccaggio possono inoltre rilasciare H2S a causa di normale volatilizzazione, a causa di cambiamenti di volume dovuti al modificarsi della temperatura fra il giorno e la notte, o durante le operazioni di riempimento. Conviene non addentrasi in ulteriori approfondimenti che richiedono elevate conoscenze di fisica e chimica. Ma basta a capire che l’idrogeno solforato è molto pericoloso per l’uomo (ma anche per gli animali e le piante) perché mette in evidenza il possibile ruolo come insulto ambientale che, data una predisposizione genetica, può causare instabilità del genoma o mutazioni caratteristiche del cancro colorettale.

Cronostoria ottenuta integrando le seguenti fonti:
http://astronik.ilcannocchiale.it/?TAG=ambiente
http://www.fainotizia.it/inchiesta/val-dagri

Approfondimenti:
http://www.dorsogna.blogspot.com/
http://vilerola.blogspot.com/

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