sabato 26 settembre 2009

L'Istruzione è un bene comune che le Pubbliche Amministrazioni locali devono sostenere, non solo fino alla Terza Media inferiore!

Oggi pubblichiamo un pezzo de “La Gazzetta del Mezzogiorno” che parla di quanto costa formarsi e del peso che le famiglie, anche lucane, devono sobbarcarsi per far studiare i Figli. E più le famiglie sono poco abbienti, più il peso è gravoso. E' compito di tutte le Pubbliche Amministrazioni fare in modo che, secondo i dettami Costituzionali, vengano rimossi tutti gli ostacoli che si frappongono fra l'Istruzione (che solitamente è intesa, a torto, fino alla terza media inferiore!!) e le persone, di modo da evitare che la “spesa scolastica ed universitaria” significhi togliere con una mano ciò che l'altra (per la verità sempre più di rado) mette nella tasca.
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Scuola, quanto costa in Puglia e Basilicata «Roba da ricchi»
Studiare? Roba da ricchi! È la più consistente voce di spesa familiare di questi tempi: comprare libri scolastici può es sere sinonimo di salasso. Se condo uno studio delle associazioni di consumatori, quest’anno la spesa media per i libri di testo si aggirerà intorno ai 450 euro, con un aumento del 3-5 % rispetto allo scorso anno. Va detto inoltre che, alla spesa iniziale per il nuovo anno scolastico, vanno aggiunti i costi per quaderni, album da disegno, penne, matite, colori, accessori e via elencando (per tacere di zaini, astucci e diari la cui spesa pure può rivelarsi una batosta) per i quali si arriva a spendere anche 250-300 euro. La spesa più consistente, come già detto, è quella relativa ai libri, che, quest’anno, si attesterà intorno a 440 – 450 euro annui, registrando cioè un aumento del 3-5% rispetto allo scorso anno.

Tutte le scuole - tra l’altro - hanno adottato testi che sforano il tetto raccomandato dal Ministero. In queste liste, tra l’altro, pure si scorge qualche paradossale curiosità. Esempio: tra i testi «consigliati» possono trovarsi quelli di latino, italiano, inglese e fisica; i libri di religione ed educazione fisica sono «obbligatori». (A proposito: ma da quando l’educazione fisica è una materia che si studia su testi scritti?). Inevitabile che studenti, e soprattutto genitori, corrano ai ripari. Così impazzano i mercatini dell’usato e del baratto e quelli on line.

Certo, non sempre i libri acquistati di seconda e terza mano sono in buone condizioni, ma con un po’ di fortuna si può rilevare l’intera dotazione di libri davvero a metà prezzo. I mercatini sono talvolta spontanei, dinanzi agli stessi istituti, ma proliferano anche le sedi delle associazioni studentesche che fanno da piattaforma per lo scambio di testi.

E poi c’è lo spazio infinito della rete. Www.comprovendolibri.it, www.libridea.it e www.testiusati.com sono solo alcuni degli indirizzi sui quali utenti privati vendono libri delle medie inferiori e superiori. Sulla bacheca virtuale dello scaffale.it, invece, gli utenti possono scambiarsi titoli gratuitamente, così come sul forum «cerco/offro» del sito www.studenti.it.

E per gli analfabeti della tecnologia? Per quanti a navigare, cliccare e ordinare sul web non hanno alcuna attitudine? Salasso garantito? Va detto che al fianco dei consumatori ha deciso di schierarsi la tanto vituperata grande distribuzione. Negli ipermercati, al reparto libri, è possibile acquistare una gran quantità di libri scolastici. Quelli essenziali, ad esempio, come i vocabolari che hanno di norma prezzi esorbitanti. Italiano: 66 euro. Inglese: 68. Greco: 80 euro. Latino: 78. Bene, ai grandi magazzini si possono comprare vocabolari nuovi scontati tra il 15 e il 20%. Meglio di niente.

www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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