lunedì 25 luglio 2011

Un successo entusiasmante: "Dialettando" in Paternese

Tutelare e diffondere in maniera festosa quell'immenso patrimonio di cultura, costume e tradizione che si chiama dialetto è possibile. Lo ha dimostrato ieri la “Pro Loco” di Paterno, organizzatrice della prima edizione di “Dialettando”, sfida simil rusticana tra rioni, dove la spada da sguainare è stata la memoria che custodisce il “Paternese”, lingua contadina masticata e tramandata di generazione in generazione da donne ed uomini di questa terra, tra sudore dei campi e lontananza da emigrazione di fatica viva. Coinvolti tutte/i, giocatrici e giocatori agguerritissime/i come pure le tantissime persone accorse a gustarsi uno spettacolo incredibile fatto di pronomi, aggettivi, antichi nomi dati alle cose - al ferro, all'acqua, al grano, agli strumenti di lavoro, alle unità di misura che contavano terra da arare prima per il latifondista e poi, finalmente, per se stessi - e di nobilissimi soprannomi, che a Paterno sono tuttora più qualificati dei cognomi nel permettere a ciascuno di associare senza possibilità di errore o confusione ogni singolo compaesano alla propria famiglia di appartenenza. In una sequenza di parole che per il moderno sono quasi esoteriche, Kiasciumàra, 'scur, lappùs, vrachttùn, vammàn e tanto altro, si è assistito ad un crescendo incredibile di emozioni, sia per l'incerto equilibrio tra i rioni ma soprattutto per la bellezza dei suoni e dei significati di parole che hanno contribuito ad unificare nella comprensione linguistica questo pezzo di Mezzogiorno d'Italia ben prima che fosse affidato alle amorevoli cure del fiorentino istituzionalizzato. E' stata una serata indimenticabile, che ci auguriamo prima di una lunga serie, dove ognuno ha fatto la propria parte: come non spendere un passaggio per ricordare collettivamente l'impegno di maestranze, giuria ed arbitri. Eppure due parole in più sentiamo di doverle spendere per l'instancabile Rosa Fortunato, ideatrice e bravissima conduttrice dell'evento, e per il professor Maico Fortunato, la cui immensa cultura umanistica vale anche a custodire gelosamente i tratti ed i significati più raffinati del dialetto di Paterno. In conclusione, a fine gara abbiamo rubato tra i presenti alcuni suggerimenti che qui giriamo e che probabilmente potrebbero essere oggetto di discussione per rendere “Dialettando” ancora più bello fin dalla prossima edizione: spazio alla "Recita breve" dialettale e fuochi d'artificio finali con “Il Comizio” su tema scelto dalla giuria. Per la cronaca la prima edizione è stata vinta dal (super)rione Giardini-Raia-Petrara. Olè
Francesco Fumarola

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