Sono vicino a
Gennaro Masino, il giovane di Paterno rimasto ferito in un attacco ad Herat, in Afghanistan, ed alla sua famiglia in inimmaginabile apprensione. Allo stesso modo mi sento vicino agli altri quattro militari coinvolti, a tutti i civili afghani innocenti (soprattutto donne e bambini) vittime di questa stupida occupazione che si trascina da dieci anni tra imboscate, perlustrazioni, attacchi talebani e bombardamenti NATO dall'alto e dico BASTA! E siccome il tempo dell'ubriacone
George Bush jr. (quello che raccontava favole in una scuola mentre lo avvertivano che
Bin Laden gli buttava giù le Torri Gemelle) è finito da un pezzo - così come quello di
Tony Blair,
oggi giramondo con il suo “Journey”, autobiografia di un criminale di guerra, capace di invadere l'Iraq perchè i servizi segreti, scopiazzando una tesi di laurea fatta con i piedi, gli avevano confermato la presenza di “armi di distruzione di massa”; siccome volge al termine pure la dittatura plutocratica di
Silvio Berlusconi, fiero sostenitore di questa macelleria decennale supportata per diciotto mesi pure dagli
“Alfieri della Pace” del centrosinistra del Governo
Prodi, è giunto davvero il momento di chiudere il capitolo, smettendo di mandare a sparare per essere sparati pezzi di gioventù italiana. Perchè in Afghanistan siamo in guerra con gente che da troppo tempo ci dice di andare via e noi non ce ne andiamo; e perchè la guerra è una cena di gala solo per il Ministro della Difesa
Ignazio Benito La Russa, che se ne sta buono buono al fresco del suo ufficio romano da Basso Impero, e per il Presidente
Karzai, un esempio di come si possano contemporaneamente perdere le elezioni democratiche ma non rinunciare all'incarico. Che siamo in guerra d'occupazione e ce ne dobbiamo andare subito non sono il solo a dirlo. Lo dice con più forza e competenza
Andrea Nativi (analista militare, direttore della Rivista Italiana Difesa):
“È sempre stata una guerra, basta leggersi il mandato dell’ISAF. Solamente in Italia si continua con questa finzione politica iniziata con i precedenti governi e proseguita con questo, secondo la quale noi siamo a svolgere una missione di pace. Il gen. Bertolini, il nostro numero 1 in Afghanistan ha detto correttamente che si tratta di una missione di “Peace Enforcing” e cioé “imposizione della pace”, che è uno dei modi carini per chiamare la guerra” [¹]. E lo dice pure il Generale Mario Arpino: "Per molti anni non abbiamo voluto ammettere di essere in guerra. Ora ci accorgiamo che dobbiamo combattere, probabilmente uccidere e probabilmente subire perdite. Noi - e con noi intendo tutto il sistema che sotto l'egida dell'Onu ha preso piede in Afghanistan - ci siamo posti degli obiettivi troppo ambizioni. Parallelamente abbiamo voluto fare tutto: cancellare tutto il male del mondo, l'oppio, la situazione dei diritti alle donne e allo stesso tempo impiantare una democrazia simile alla nostra". "Tutto questo non si può fare senza un controllo del territorio, che non c'è e non c'è mai stato" . [²]
Da dieci anni, dunque, stiamo commettendo un attentato alla Costituzione, mortificandola, mandando a sparare per essere sparati giovani poco più che ventenni o trentenni. Bisogna smetterla con la mattanza, Ministro Ignazio Benito, ed andare via dal pantano afgano: l'Afghanistan non è l'Abissinia di “Faccetta nera”. Bisogna riportare a casa i militari e riconsegnare le chiavi dell'Afghanistan al suo legittimo proprietario: il suo Popolo!
Francesco Fumarola
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