lunedì 2 maggio 2011

Paterno: il mio Mondo, il nostro Mondo


Ci sono attimi nella Vita in cui il richiamo della resa è più forte. Il sogno, l’ambizione, la speranza, lasciano il posto all’indignazione, alla silente introspezione, alla paura della solitudine, alla solitudine della paura. La paura di non essere ascoltati, capiti, seguiti. Questo è ciò che siamo: profetici emissari di un messaggio che nessuno vuole più ascoltare, seguire. Vittime e prigionieri di un mondo che non sa più sentire, che si accontenta di ascoltare, dove flebili voci lamentose di qualunque (apparentemente) ridente paesino nascondono tracciati di vita angoscianti e smarriti. Realtà aride, intessute di cecità esistenziale,  perdizione morale e rassegnazione, che fanno da contorno alle nostre Vite. Anche il senso della giustizia, quella vera che abita ogni uomo ed alberga nel suo dignitoso animo, viene ridimensionato, calpestato sottaciuto. In nome della massificante volontà del più forte, del bieco potere, di una forza compromessa e compromettente, che non è rappresentanza, che non è democrazia, che non è cosciente strumento di benefico progresso, ma che è mortificazione della natura umana e del suo intelletto. Ecco perché, a volte, la voglia di fuggire è tanta e quella di misurarsi è poca. Fuggire al di là di spazi culturalmente angusti, laddove ogni sogno è libero ed ogni uomo uguale, a prescindere dalle proprie etichette, dai propri gusti, dalle proprie scelte, dalla propria coerente ricerca della verità. Perché quando la ricerca della verità da costruttivo confronto diventa sistematico scontro, ci si sente prigionieri di una libertà negata, di una dignità violata, di una democrazia viziata. Il ricorso alle categorie, purtroppo, e, soprattutto, alle categorizzazioni, sono un esercizio populistico e demagogico di esaltata costruzione di distorsione di consensi e di consessi che non appartengono alle aspirazioni di uomini probi. Ogni giorno penso e ripenso a ciò, nella speranza e nella convinzione che quella gente, che sento la mia gente, possa innalzarsi e scoprire un mondo migliore. Io vivo perchè sono libero.. Perciò odio chi non è libero, chi parteggia in maniera sterile, confusa e faziosa, odio chi si disimpegna col dissenso!

Nuario Fortunato

2 commenti:

  1. ciao Nuario, dopo il memorandum fra Stato e Regione Basilicata sul petrolio quale futuro spetta a Paterno: Sviluppo o buio regresso con sfruttamento ed inquinamento del territorio ? Con conseguente fuga di cervelli al nord o all'estero ?
    Enrico Langone

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  2. Caro Enrico,
    il Memorandum si propone notevoli investimenti in termini di infrastrutturazione ed occupazione.. Senza una politica seria di concertazione e di programmazione, soprattutto a livello locale, c'è il rischio di incappare in una sterile enunciazione di intenti..

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