giovedì 25 febbraio 2010

Lotta al caro-bollette e difesa dell'acqua pubblica: un legame indissolubile, un percorso da intrecciare per il 20 Marzo

Il 20 Marzo 2010 sarà una giornata importante per tutta l'Italia: a Roma tantissimi Comuni, numerosissimi Comitati, l'Associazionismo più vario si ritroveranno per una grande Manifestazione nazionale a difesa dell'acqua come bene comune privo di rilevanza economica. In altri termini: tutte/i grideranno NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA!
Come primo ed essenziale aspetto della questione, quindi, ci sentiamo di dire che siamo di fronte ad un percorso che parte da lontano e che sta dando ottimi frutti: centinaia di Comuni hanno stoppato la privatizzazione modificando il loro Statuto a favore dell'acqua mentre alcune Regioni hanno già impugnato la scandalosa Legge davanti alla Corte Costituzionale. Sul punto, pezzi consistenti di società civile ed una fascia assai larga delle Istituzioni stanno convergendo nel senso di una mobilitazione permanente. Dentro questa cornice, dunque, appare almeno curioso il fatto che a Paterno l'Amministrazione continui ad invitare la cittadinanza a temporeggiare, a rimandare, a discutere di acqua-da-difendere/acqua-da-privatizzare più avanti, più in là. Parafrasando Keynes si potrebbe dire che “sulla lunga distanza siamo tutti morti”...ma di sete. E tuttavia, a ben vedere la condotta dell'Amministrazione di Paterno, c'è anche qualcosa di equivoco in questo suggerimento perchè mentre la cittadinanza viene invitata dall'Amministrazione di Paterno a non sviscerare il problema, la stessa lo infogna, bocciando all'unanimità una proposta di deliberazione presentata dalla minoranza a difesa dell'acqua. Questi sono i fatti così come sono accaduti, punto e basta. C'è un secondo aspetto che è ugualmente rilevante e che va socializzato immediatamente: la lotta al caro-bollette, se ne sta occupando il Comitato spontaneo “Salva l'acqua”, non può essere disgiunto dalla lotta per la difesa dell'acqua pubblica. Questo per un motivo molto semplice: qualora passasse la privatizzazione dell'acqua, qualsiasi successo legato alla lotta al caro-bollette - ad esempio per mezzo di una class action così come di un condono, fino ad una rimodulazione al ribasso, in sede politica, degli importi - si rivelerebbe effimera in quanto i privati si riprenderebbero tutto con gli interessi. Anche questa è storia nazionale, ormai consolidata in ogni settore, ed in particolare per l'acqua basterebbe anche solo parlare con le/i cittadine/i di Latina per rendersene conto (in quella città i vigilantes, chiamati dalla multinazionale che gestisce la fornitura dell'acqua, battono casa per casa e staccano l'acqua a persone che non possono più permettersi di pagare bollette diventate troppo esose). Vogliamo arrivare a questo punto? Vogliamo che l'acqua davvero diventi, anche per Paterno, nel paradosso della macrofornitura, il business del XXI secolo? Crediamo di no. E' allora evidente che non si può chiedere al Comitato, come invece fa l'Amministrazione di Paterno, il rispetto dell' equidistanza politica e la condivisione pragmatica di un approccio. E questo per il semplice motivo che ogni approccio scelto da un Comitato o da un'Amministrazione è Politica e da il senso alla Politica! Ed una posizione “politica” il Comitato, pur nella sua essenza di struttura aperta e trasversale, l'ha già presa nella mobilitazione in atto: ed è la difesa dell'acqua! Che poi la maggioranza non sia d'accordo è un problema della maggioranza, non del Comitato. Terzo aspetto: si afferma, per la verità ancora assai velatamente ma il concetto appare chiaro ai più, che la privatizzazione si rende indispensabile poiché la gestione pubblica è foriera di sperpero di denaro pubblico: e si adduce il fatto che funzionari e dirigenti AATO e di Acquedotto Lucano guadagnino fior di quattrini. Questo è chiaramente un argomento capzioso in quanto tutte/i sanno che non c'è un fico secco di legame tra la necessità umana a difendere l'acqua come patrimonio pubblico e l'incapacità politica a governarla senza sprechi. In parole più semplici: se qualcuno sta “mangiando” con l'acqua non è colpa dell'acqua pubblica (e tale deve rimanere) ma è una conseguenza diretta della mala-gestione della cosa pubblica. E qui arriviamo alla questione morale: é la politica che va moralizzata, non è l'acqua che va privatizzata! Quarto aspetto (pratico): cosa fare per il 20 Marzo. Lungi da noi sostituirci al Comitato che supportiamo in ogni sua istanza di lotta, ci permettiamo lo stesso di suggerire una piccola azione. Il 20 Marzo, se non si potrà essere a Roma, ogni famiglia di Paterno stenda al balcone un lenzuolo azzurro, un pezzo di stoffa, appenda con uno spago una bottiglia d'acqua, esponga il proprio rifiuto – magari anche con forme personalizzate e democratiche - a considerare l'acqua come “il business dei business”. In buona sostanza, il 20 Marzo anche a Paterno, la difesa dell'acqua deve passare per la partecipazione popolare! In bocca al lupo a tutte/i e buon 20 Marzo!

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